Pinacoteca di Città di Castello - Le opere
Busto di Elia Volpi Elia Volpi (1858 – 1938).Antiquario e mercante d'arte, Elia Volpi viene ricordato principalmente per aver creato la collezione di palazzo Davanzati a Firenze. Dopo aver acquistato e restaurato l'antico palazzo Davanzati, lo aprì al pubblico come museo privato. Fra i suoi possedimenti annoverava anche Palazzo Vitelli alla Cannoniera (dove viene conservato il suo Busto), che donò al comune di Città di Castello allo scopo di farne la sede della Pianacoteca Comunale. |
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Affreschi del soffitto di Palazzo Vitelli alla Cannoniera.Gli affreschi, in stile raffaellesco, che decorano i soffitti di Palazzo Vitelli attingono a piene mani dalla mitologia greca (vi è raffigurato, ad esempio, l'episodio di Leda e il Cigno) e sono ispirati a quelli delle Logge Vaticane. |
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Affreschi del soffitto di Palazzo Vitelli alla Cannoniera (parte II). |
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Affreschi del soffitto di Palazzo Vitelli alla Cannoniera (parte III). |
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Affreschi del soffitto di Palazzo Vitelli alla Cannoniera (parte IV). |
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Affreschi del soffitto di Palazzo Vitelli alla Cannoniera (parte V). |
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Affreschi del soffitto di Palazzo Vitelli alla Cannoniera (parte VI). |
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Sala VIII: Paesaggi marini che fanno capolino da finestre.La sala, più di ogni altra del Palazzo, contiene degli affreschi evocativi, fra cui la serie Paesaggi marini che fanno capolino da finestre del Gherardi. Come da titolo, le opere rappresentano delle finestre immaginare che sembrano “guardare fuori” verso suggestivi paesaggi marini. |
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Paesaggi marini che fanno capolino da finestre (parte I). |
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Paesaggi marini che fanno capolino da finestre (parte II). |
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Paesaggi marini che fanno capolino da finestre (parte III). |
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Paesaggi marini che fanno capolino da finestre (parte IV). |
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Sala VIII: Antico camino murato. |
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Sala VIII: Collezione di lance. |
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Ignoto fine XV secolo – Crocifisso. |
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Produzione di Casteldurante – Madonna col Bambino, San Giovannino e Sant'Anna.Casteldurante, antica cittadina metaurense ora nota come Urbania, era famosa nel cinquecento per la vastissima produzione di ceramiche. Nell'opera possiamo ammirare una rappresentazione classica della Madonna con in braccio il Bambino Gesù, circondata dalla madre Sant'Anna e da San Giovannino. |
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Produzione di Casteldurante – Flagellazione.Come la precedente opera, anche questo è una preziosa produzione di Casteldurante. Raffigura la Flagellazione di Cristo precedente alla crocifissione, ad opera dei soldati romani. Purtroppo il tondo è parzialmente danneggiato e non è più visibile la parte inferiore della pittura. |
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Sala IX “Studiolo” e affreschi decorativi di Cola dell'Amatrice.Lo studiolo contiene un'interessante serie di affreschi, titolati “Storie di Alessandro Magno”. I soggetti raffigurati sono la vita e le gesta di Alessandro Magno (come ad esempio la Sconfitta di Dario, o la Battaglia di Isso). Gli affreschi sono attribuiti a Cola D'Amico, anche noto come Nicola Filotesio, pittore, architetto e scultore del cinquecento che lavorò altre volte per Alessandro Vitelli, proprietario di Palazzo Vitelli alla Cannoniera. La scelta del soggetto è un chiaro omaggio al committente, che condivideva nome e in parte professione con il grande condottiero macedone. Artista abile quanto sfortunato, viene anche ricordato per una tragica vicenda personale riportata dal Vasari: costretto alla fuga dalla sua città di adozione Ascoli Piceno da una decisione di Papa Paolo III, Nicola e la giovane moglie Maria vennero inseguiti dalle guardie del pontefice. Maria, che era considerata una delle fanciulle più belle di Ascoli, per evitare lo stupro e il disonore del marito, si suicidò gettandosi da una rupe. |
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Affreschi decorativi di Cola dell'Amatrice (parte I). |
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Affreschi decorativi di Cola dell'Amatrice (parte II). |
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Affreschi decorativi di Cola dell'Amatrice (parte III). |
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Affreschi decorativi di Cola dell'Amatrice (parte IV). |
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Affreschi decorativi di Cola dell'Amatrice (parte V). |
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Francesco Tifernate – Annunciazione e Madonna in trono tra i Santi Agostino, Caterina D'Alessandria, Nicola da Tolentino e Florido (1503 – 1506)Le due opere più famose dell'artista semisconosciuto Francesco Tifernate sono due esempi dell'iconografia cristiana classica, ovvero l'Annunciazione (di cui possiamo ammirare il dettaglio dell'Arcangelo Gabriele) e la Madonna in trono con il Bambino, circondata da molteplici santi che proteggono e rendono omaggio a Gesù. I santi sono il filosofo e padre della chiesa Sant'Agostino, la martire Caterina D'Alessandria, il predicatore ed esorcista Nicola da Tolentino e il patrono di Città di Castello, San Florido, tutte figure molto amate nell'ambiente tifernate cinquecentesco. |
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Francesco Tifernate – Annunciazione e Madonna in trono tra i Santi Agostino, Caterina D'Alessandria, Nicola da Tolentino e Florido (parte II). |
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Raffaello – Gonfaloniere della Santissima Trinità: Trinità e i santi Rocco e Sebastiano, Creazione di Eva e degli Angeli (1499-1502)Opera giovanile di Raffaello, il gonfaloniere della Santissima Trinità è uno stendardo processionale realizzato per la Chiesa della Trinità di Città di Castello. L'opera era dipinta su due pannelli sovrapposti che formavano lo stendardo, ma a causa del pessimo stato di conservazione sono stati separati ed esposti fianco a fianco. Probabilmente, dati i soggetti rappresentati, lo stendardo fu dipinto in concomitanza con la fine di una pestilenza mortale nella zona. Nel riquadro a sinistra vi è raffigurata la Santa Trinità con i Santi Sebastiano e Rocca inginocchiati ai piedi della croce. San Sebastiano, martirizzato per la sua fede, in vita si era dedicato alla protezione e al soccorso di altri cristiani perseguitati. San Rocco è il santo protettore di contagiati ed emarginati. Nel riquadro a destra, vi è la creazione di Eva. |
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Raffaello – Gonfaloniere della Santissima Trinità: Trinità e i santi Rocco e Sebastiano, Creazione di Eva e degli Angeli (parte sinistra, dettaglio). |
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Raffaello – Gonfaloniere della Santissima Trinità: Trinità e i santi Rocco e Sebastiano, Creazione di Eva e degli Angeli (parte destra, dettaglio). |
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Ignoto del XIX secolo – Cristo in croce tra la vergine e i santi Giovanni, Girolamo e Maddalena (copia della Crocefissione Mond di Raffaello, 1809)L'opera è una copia della più famosa “Crocefissione Mond” o “Gavari” di Raffaello, realizzata per la chiesa di San Domenico a Città di Castello. Nella parte alta del quadro si ergono la luna e il sole, simboli dei cicli della vita umana e dell'eternità perfetta, mentre ai piedi della croce si riconoscono la Madonna e i Santi Giovanni, Girolamo e la Maddalena. Due angeli in volo raccolgono il sangue di Cristo usando delle coppe. |
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Ignoto del XIX secolo – Cristo in croce tra la vergine e i santi Giovanni, Girolamo e Maddalena (dettaglio I) |
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Ignoto del XIX secolo – Cristo in croce tra la vergine e i santi Giovanni, Girolamo e Maddalena (dettaglio II) |
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Bottega di Domenico Ghirlandaio – Incoronazione della Vergine. (fine XV secolo)Opera collettiva degli artisti impiegati nella bottega fiorentina del Ghirlandaio, anche se in alcuni punti si può riconoscere lo stile della sua mano, raffigura l'Incoronazione della Vergine nel Regno dei Cieli. La Madonna è inginocchiata al centro di svariati cerchi concentrici, rappresentati il Paradiso, mentre suo figlio Gesù le posa sul capo una corona. I due sono circondati da angeli che osservano la scena, mentre nella parte inferiore del dipinto si possono riconoscere numerosi santi in adorazione, fra cui San Francesco e San Giovanni Evangelista. |
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Bottega di Domenico Ghirlandaio – Incoronazione della Vergine (dettaglio I). |
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Bottega di Domenico Ghirlandaio – Incoronazione della Vergine (dettaglio II). |
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Nero di Bicci – Madonna col Bambino e due angeli.Opera autografa di Nero di Bicci, “figlio d'arte” in quanto ultimo erede della bottega Bicci a gestione familiare, il quadro è un ritratto familiare della Madonna con in braccio Gesù infante. Sebbene il Bicci fosse un pittore minore del quattrocento fiorentino, il suo stile semplice, incentrato su scene dell'iconografia classica e l'uso di colori caldi e vividi, gli assicurò sempre un certo successo commerciale e molte commissioni da parte di chiese e monasteri. |
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Ignoto del XV secolo – Mezza figura di Cristo con i segni della Passione.Il quadro, dipinto da un artista anonimo del sedicesimo secolo, è un ritratto classico di Cristo con i segni della passione sul volto, come i “buchi” sulla fronte, prodotti dalla corona di spine che tiene in mano. |
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Ignoto del XVI secolo – Stendardo, Crocifisso fra la Vergine e San Giovanni (XVI sec.)Lo stendardo è stato creato come oggetto da utilizzare durante una processione sacra. Raffigura Cristo in croce, circondato dalla Vergine e dall'apostolo prediletto, San Giovanni. |
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Bottega di Andrea della Robbia – Adorazione dei pastori (XVI secolo)Una delle più famose terracotte invetriate di Andrea della Robbia. La tecnica della terracotta invetriata, inventata dallo zio di Andrea, Luca della Robbia, era molto apprezzata negli ambienti artistici del'epoca, in quanto estremamente resistente alle intemperie e ideale per la creazione di decorazioni esterne. |
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Bottega di Andrea della Robbia – Assunzione della Vergine (XVI secolo)Questa terracotta invetriata di Andrea della Robbia rappresenta l'assunzione al cielo della Vergine Maria, circondata e scortata da una schiera di angeli adoranti. |
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Antonio Vivarini – Madonna in Trono col Bambino (XV secolo)Antonio Vivarini fu un pittore minore italiano del quattrocento, a capo della bottega di famiglia. Fortemente influenzato dallo stile tardogotico, tentò comunque di avvicinarsi alle correnti rinascimentali umanizzando le figure che dipingeva. |
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Pietro Donini – Madonna col Bambino tra i Santi Amanzio e Florido.Trittico ligneo di fattura medievale, rappresenta due scene classiche dell'iconografia cristiana: la crocifissione di Cristo, nell'anta sinistra, l'infante Gesù in braccio alla Madonna al centro, e a destra i santi Amanzio e Florido. |
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Pietro Donini – Madonna col Bambino tra i Santi Amanzio e Florido (dettaglio). |
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Bottega di Lorenzo Ghiberti – Reliquario del Braccio di Sant'Andrea.Il reliquiario, realizzato dalla bottega di Lorenzo Ghiberti, artista gotico molto apprezzato che si è occupato anche di altri monumenti funebri, contiene le spoglie del braccio destro di Sant'Andrea. Andrea, fratello di Pietro, fu come lui apostolo di Gesù e dopo la sua morte predicò a Costantinopoli. Fu perseguitato per la sua fede e martirizzato, scegliendo di venire crocifisso su una croce decussata (a X), invece che su una croce latina come Cristo, poiché non si sentiva degno di imitare il suo maestro nel martirio. |
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Antonio Alberti – Madonna in trono col Bambino con ai lati San Bartolo e San Benedetto vescovo.Antonio Alberti fu un pittore tardogotico, noto per la dignità morale e la solennità dello stile, a cui si ispirò Piero della Francesca. Nel trittico, la Madonna e Gesù hanno una posizione centrale, mentre ai lati sono raffigurati San Bartolo e San Benedetto vescovo. |
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Ignoto del XV secolo – Madonna con il Bambino e due angeli (1447).Il trittico, opera di un artista sconosciuto del cinquecento, raffigura la Madonna con in Braccio il Bambino e ai lati Sant'Agostino, padre della chiesa e filosofo, San Girolamo, dottore della chiesa che tradusse la Bibbia in latino, San Florido protettore di Città di Castello e San Leonardo martire. |
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Ignoto del XV secolo – Madonna con il Bambino e due angeli (dettaglio I). |
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Ignoto del XV secolo – Madonna con il Bambino e due angeli (dettaglio II). |
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Spinello Aretino – Madonna in trono col Bambino (XIV secolo).Pittore trecentesco esaltato dal Vasari, Spinello, originario da Arezzo da cui prende il nome, fu un talento precoce e prolifico del panorama artistico di quegli anni. Il suo stile, sopratutto nell'uso del colore, lo rendono molto simile a Giotto, tanto che molte sue opere sono state erroneamente attribuite al più famoso artista. |
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Luca Signorelli – Frammento della Madonna col Bambino fra i santi (1974).Affresco attribuito a Luca Signorelli, purtroppo fortemente danneggiato dal tempo e dall'incuria. |
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Luca Signorelli – Martirio di San Sebastiano (1498).Ispirato all'omonima opera di Piero del Pollaiolo, il Martirio di San Sebastiano è l'unica di una serie di tre grandi pale create dal Signorelli a Città di Castello ad essere rimasta nella città. Le altre due (Adorazione dei magi e Adorazione dei pastori) sono conservate al Louvre e al National Gallery. Nell'opera, Dio osserva dall'altro il martirio di San Sebastiano, tendendogli la mano in segno di benedizione e protezione. Il Santo, martirizzato per la sua fede, lo guarda a sua volta, lo sguardo rassegnato al suo destino. Ma il vero centro del quadro sono gli aguzzini ai piedi del santo, dipinti con colori vibranti, i muscoli in evidenza e svariate armi in mano, circondati da ombre che contrastano con lo splendore del cielo azzurro. |
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Luca Signorelli – Martirio di San Sebastiano (dettaglio I). |
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Luca Signorelli – Martirio di San Sebastiano (dettaglio II). |
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Ignoto del XVI secolo – Stendardo, Cristo in Gloria e Santa Caterina liberata dal martirio (XVI secolo).Lo stendardo, ancora integro nella sua forma originale, raffigura da un lato Cristo nel regno dei cieli che osserva e benedice dall'altro la Madonna e Santa Caterina, mentre dall'altro vi è Santa Caterina salvata dal martirio per intercessione divina. Caterina, una dei primi cristiani, partecipò ad un festino pagano organizzato dall'Imperatore Massimino Daia. Rifiutandosi di partecipare ai sacrifici animali celebrati durante la festa, chiese all'imperatore di riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità. In risposta alla sua supplica l'imperatore convocò un gruppo di abili retori che confutassero la sua fede ma questi, ascoltate le spiegazioni filosofiche della santa, si convertirono invece alla fede cattolica. Furioso, l'Imperatore condannò a morte sia i retori che Caterina. Ma quando questa fu posta sulla ruota (un antico strumento di tortura che spezzava le ossa e uccideva il condannato), essa si spezzò lasciandola illesa. L'Imperatore fu allora costretto ad ucciderla per decapitazione. |
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Ignoto del XVI secolo – Stendardo, Cristo in Gloria e Santa Caterina liberata dal martirio (dettaglio I). |
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Ignoto del XVI secolo – Stendardo, Cristo in Gloria e Santa Caterina liberata dal martirio (seconda facciata). |
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Ignoto del XVI secolo – Stendardo, Cristo in Gloria e Santa Caterina liberata dal martirio (dettaglio II). |
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Luca Signorelli e aiuti – Stendardo di San Giovanni Battista (1408).Lo stendardo è completamente dedicato a San Giovanni Battista e raffigura alcuni episodi della sua vita, come il Battesimo di Cristo. La vita di San Giovanni Battista si sovrappose molte volte con quella di suo cugino Gesù.: entrambi intrapresero la difficile strada della predicazione e perirono a causa di essa. Giovanni Battista, imprigionato per aver osato criticare la condotta morale del Re, fu decapitato da questi su richiesta della bella principessa Salomè, che chiese la sua testa su un vassoio come ricompensa per aver danzato alla festa del sovrano. |
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Luca Signorelli e aiuti – Stendardo di San Giovanni Battista (dettaglio I). |
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Luca Signorelli e aiuti – Stendardo di San Giovanni Battista (seconda facciata). |
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Ignoto del XVI secolo – La madonna e San Giovanni ai piedi della croce (XVI secolo).Il quadro, dipinto da un anonimo del XVI secolo, raffigura la Madonna, San Giovani e la Maddalena ai piedi della croce. La croce, che è in primo piano rispetto ai personaggi, come se lo spettatore osservasse la scena da dietro da di essa, appare vuota del corpo di Cristo ma non del suo significato legato al martirio. La croce si erge fra il sole e la luna, simboli rispettivamente dell'eternità perfetta che esula dalla temporalità e delle varie fasi della vita dell'uomo, dalla nascita alla morte. |
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Ignoto del XVI secolo – La madonna e San Giovanni ai piedi della croce (dettaglio I). |
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Scuola di Luca Signorelli – Madonna col bambino e santi (ai lati: S. Giovanni Battista, S. Lucia, S. Bernardino da Siena, S. Girolamo, S. Margherita D'Antiochia. Tavolette predella: Storie dei santi Cecilia e Valeriano. (1520 – 1525).L'immensa opera, di chiara ispirazione signorelliana, è composta da un quadro centrale circondato da otto tavolette laterali. Nel quadro centrale, il soggetto è la Madonna in Trono con il Bambino, circondata da angeli e dai Santi. San Giovanni Battista era un predicatore la cui vita si intrecciò spesso con quella di Gesù; fu lui a dargli il primo battesimo e, come lui, andò incontro ad una tragica fine a causa dei suoi ideali. Santa Lucia, protettrice della vista, è una delle prime sante della chiesa. Fervente cattolica, fu minacciata di stupro se non avesse abiurato alla sua fede. Ella rispose che “il corpo si contamina solo se l'anima acconsente”, e quando tentarono di trascinarla via, il suo peso era diventato tale che diversi uomini non riuscirono a smuoverla. Dopo un'accesa discussione filosofica che mise in difficoltà l'Arconte che la stava giudicando, fu costretta a passare la notte in un lupanare con dei soldati. Vittima di indicibili abusi, tuttavia non si piegò e alla fine si inginocchiò e venne decapitata. Secondo una leggenda popolare molto in voga, prima del martirio la santa si sarebbe strappata gli occhi e li avrebbe mandati su un piattino al suo pretendente pagano, affinché rinunciasse alle nozze. San Bernardino da Siena fu invece un famoso predicatore che con i suoi discorsi contribui al rinnovamento della Chiesa cattolica. A San Girolamo, dottore della Chiesa, si deve la traduzione della Bibbia in latino. San Margherita d'Antiochia è, come San Lucia, una delle prime sante della Chiesa. Protettrice delle partorienti, la leggenda narra di come, rifiutando di concedersi ad un prefetto romano poiché aveva votato la sua verginità a Dio, fu denunciata come cristiana e imprigionata. In carcere venne visitata dal demonio che, assunto l'aspetto di un drago, la inghiottì. La santa però, armata della sola croce, riuscì a squarciargli il ventre e a sopravvivere. Sottoposta in seguito ad indicibili torture per convincerla vanamente ad abiurare la sua fede, fu infine decapitata all'età di quindici anni. |
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Scuola di Luca Signorelli – Madonna col bambino e santi (dettaglio I). |
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Scuola di Luca Signorelli – Madonna col bambino e santi (dettaglio II). |
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Scuola di Luca Signorelli – Madonna col bambino e santi (dettaglio III). |
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Scuola di Luca Signorelli – Madonna col bambino e santi (dettaglio IV). |
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Scuola di Luca Signorelli – Madonna col bambino e santi (dettaglio V). |
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Giacomo da Milano – Martirio di S. Sebastiano (1524).Soggetto dell'opera è San Sebastiano, uno dei primi cristiani, martirizzato per la sua fede e per aver aiutato e protetto altri fedeli. Egli fu legato ad un palo e il suo corpo trafitto da decine di lance. Riuscì a sopravvivere miracolosamene e, tornato a professare la sua fede davanti all'imperatore, fu infine decapitato. |
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Raffaellino del Colle – Assunzione (1540).Pittore originario di Borgo San Sepolcro, fu uno degli ultimi allievi di Raffaello. Il suo lavoro influenzò profondamente la sua terra di origine, dove tornò a vivere e a lavorare dopo il Sacco di Roma del 1527. Il tema dell'opera è l'assunzione al cielo della Vergine Maria, circondata da angeli. |
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Raffaellino del Colle – Assunzione (dettaglio I). |
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Raffaellino del Colle – Annunciazione di S. Domenico (1540 – 1545).Il soggetto del quadro è caro all'iconografia cristiana: l'annunciazione dell'immacolata concezione a una timida e quasi reticente Maria da parte dell'Arcangelo Gabriele. San Domenico si riferisce probabilmente alla chiesa aretina dov'era originariamente conservato il quadro. |
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Raffaellino del Colle – Annunciazione di S. Domenico (dettaglio I). |
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Bottega Robbiana – Annunciazione (XVI secolo).Terracotta invetriata creata secondo lo stile dei Della Robbia, raffigura l'annunciazione dell'immacolata concezione. |
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Sano di Giovanni Senese – Battesimo di Cristo (1366).Scultura raffigurante il Battesimo di Gesù ad opera di S. Giovanni Battista. |
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Ignoto II metà del XIV secolo – Due bassorilievi: Sant'Antonio Abate percosso dai demoni e la morte del santo.Sant'Antonio Abate fu un eremita egiziano che fondò la pratica del monachesimo cristiano. Rimasto orfano molto giovane, decise di vendere tutti i beni di famiglia per condurre una vita di povertà e castità. Comprese ben presto che la preghiera deve essere accompagnata da una sana attività manuale, gettando le basi di quella che sarebbe stata la vita monastica. Volendosi distaccare ancora più radicalmente dal mondo, si rinchiuse in un tomba, dove combatté per la prima volta con il demonio. Soccorso e curato, non rinunciò alla sua ricerca della purificazione, e si rinchiuse per venti anni in una fortezza abbandonata, nutrendosi solo di pane e acqua. Reclamato dall'adorazione della gente, fu costretto ad abbandonare il suo eremitaggio per dedicarsi alla cura dei fedeli e alla lotta con il demonio. La sua vita ispirò altri fedeli, e molti fondarono delle piccole congregazioni che facevano capo ad un anziano e abitavano dentro delle grotte. Morì molto anziano circondato dai suoi discepoli, dopo aver passato gli ultimi anni della sua vita nella preghiera e coltivandolo un piccolo orto per i suoi bisogni personali. |
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Ignoto II metà del XIV secolo – Due bassorilievi: Sant'Antonio Abate percosso dai demoni e la morte del santo (parte II). |
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Bottega di Antonio della Robbia – Due putti reggi finestra e Madonna col Bambino e sei angeli (XV secolo).Terracotte invetriate nello stile dei Della Robbiano, erano utilizzate come decorazioni esterne grazie all'alta resistenza data dalla tecnica con cui erano realizzate. |
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Bottega di Antonio della Robbia – Due putti reggi finestra e Madonna col Bambino e sei angeli (dettaglio I). |
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Bottega di Antonio della Robbia – Due putti reggi finestra e Madonna col Bambino e sei angeli (dettaglio II). |
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Fonte frammentario di sarcofago in marmo con raffigurazione di Thiasos Dionisiaco (200-210 dc).Il Thiasos dionisiaco era un'associazione religiosa dell'Antica Grecia dedita al culto di Dioniso, Dio del vino e dell'estasi. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), le Tre Parche.Soggetti: Le Tre Parche, Allegorie della Provvidenza, Fanciullo, Allegoria dell'Umbria, Bozzetto per una Tomba, Tempietto con angeli cantori, Allegoria con lo stemma di Città di Castello, Allegoria di aratura e semina, Allegoria della previdenza, Allegoria del progresso affiancato dall'agricoltura e dall'industria, Monumento a Luigi Cerboni, Monumento a Calvino, Busto di Giuseppe Garibaldi, Monumento a Petrarca, Monumento a Calvino. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Allegoria della Provvidenza. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Allegoria della Provvidenza II. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Fanciullo. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Fanciullo II. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Allegoria dell'Umbria. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Bozzetto per una Tomba. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Tempietto con lo Stemma di Città di Castello. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Allegoria di Aratura e Semina. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Allegoria della previdenza. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Allegoria del progresso affiancato dall'agricoltura e dall'industria. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Monumento a Luigi Cerboni. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Monumento a Calvino. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Busto di Giuseppe Garibaldi. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Monumento a Petrarca. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Monumento a Calvino. |
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Collezione Elmo Palazzi (1871 – 1915), Monumento a Calvino (dettaglio). |
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Gregorio Pagani – Madonna col bambino e santi.Gregorio Pagani era un pittore fiorentino del tardo manierismo, allievo di Santi di Tito e Ludovico Cardi, e con quest'ultimo riformò la pittura fiorentina del tardo cinquecento. Influenzati dagli stili stranieri, in particolare quello veneziano, i due rinnovarono il linguaggio pittorico dell'epoca sperimentando nuovi metodi per esprimersi. Proprio in questo quadro si può notare la grande attenzione che il Pagani dedicava alle vesti e agli accessori, un particolare proprio del suo stile. |
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Gregorio Pagani – Madonna col bambino e santi (dettaglio). |
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Jacopo da Giovanni di Francesco detto Jacone – Madonna col Bambino e Santi.Collega e al tempo stesso nemico del Vasari per motivi personali e politici, Jacone fu allievo di Andrea del Sarto e del Pontormo. Spesso criticato dal Vasari per il suo carattere allegro e irresponsabile, amante della libertà anche a costo d rinunciare ad incarichi importanti. Non lavorò mai indipendentemente, ma si legò tutta la vita prima alla bottega di Andrea del Sarto e poi a quella del Pontormo. Nel caso de la “Madonna col Bambino e Santi”, l'ultima grande pala che lui realizzò, Jacone raggiunge un elevato levello di originalità stilistica, passando dallo stile spigoloso delle sue opere precedenti ad un tratto più morbido. |
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Raffaellino del Colle – Presentazione di Maria al Tempio.Il tema del dipinto è un racconto del protovangelo di Giacomo, un testo apocrifo non riconosciuto dalla dottrina ufficiale, ma di cui la chiesa ha accettato certe parti. Com'era di usanza all'epoca, giunta in età da marito, Maria venne accompagnata al tempio dai genitori affinché potesse condurre per qualche anno una vita dedita al sacerdozio, prima di sposarsi con Giuseppe. La speranza era che ella riuscisse a concepire facilmente un figlio come ricompensa per la sua devozione. |
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Santi di Tito – Imposizione delle mani di Pietro e Giovanni.Santi di Tito è stato uno dei pittori più influenti della seconda metà del cinquecento, promulgatore dello stile proto-barocco in opposizione al manierismo. Il suo stile è classico, quasi raffaellesco nella rappresentazione dei corpi e nell'uso dei colori. I soggetti del quadro, Pietro e Giovanni, impongono le mani sul capo dei fedeli in un gesto di benedizione o per attribuire qualche carica sacra. |
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Santi di Tito – Imposizione delle mani di Pietro e Giovanni (dettaglio). |
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Niccolò Circignani detto il Pomarancio – Martirio di S. Stefano (1570).Lo stile del Circignani, di stampo barocco, è particolare per le figure allungate e in apparenza disossate, le teste piccole rispetto al corpo e le pose eleganti, fluide. Soggetto del quadro è S. Stefano, primo martire della storia della cristianità. Fu uno dei primi ebrei, oltre agli Apostoli, a convertirsi alla Parola di Cristo, e anche il primo dei sette diaconi nominati dagli Apostoli per aiutarli nella loro opera. Essendo abile nella predicazione, riuscì a convertire un gran numero di ebrei, attirandosi così le antipatie degli anziani, che lo trascinarono davanti al Sinedrio con l'accusa di blasfemia. Per difendersi, Stefano pronunciò un lungo discorso su come Dio avesse preparato l'avvento di Gesù, e gli ebrei fossero colpevoli di averlo accolto sempre “con la durezza nel cuore”, incapaci di riconoscere la Legge posta loro davanti per mano degli angeli. La folla, offesa ed inferocita, trascinò Stefano fuori dal Sinedrio e lo lapidò, mentre egli pregava per la salvezza dell'anima dei suoi aguzzini. Alcune brave persone seppellirono il suo corpo invece di lasciarlo alle bestie com'era consuetudine. L'episodio segnò la rottura definitiva fra la sinagoga ebraica, sempre più chiusa in sé stessa a difesa della tradizione, e la Chiesa cattolica, ormai inserita nell'ambiente greco-romano e in piena fase di espansione. Al martirio di Stefano assisté un giovane ragazzo di nome Saulo, che partecipò attivamente alle seguenti persecuzioni dei cristiani finché, accecato dalla luce divina sulla via di Damasco, non si convertì diventando il futuro Paolo di Tarso (meglio conosciuto come San Paolo). |
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Niccolò Circignani detto il Pomarancio – Martirio di S. Stefano (dettaglio). |
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Niccolò Circignani detto il Pomarancio – Immacolata Concezione (1573).In quest'opera la Madonna si eleva sopra le figure imprigionate di Adamo ed Eva, colpevoli di aver mangiato il frutto proibito condannato quindi l'umanità a soffrire per il peccato originale. La gravidanza di Maria, che in lei porta il Salvatore, riscatta l'umanità intera. |
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Niccolò Circignani detto il Pomarancio – Immacolata Concezione (dettaglio). |
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Niccolò Circignani detto il Pomarancio – Annunciazione (1577).Il soggetto di questo quadro è l'Annunciazione a Maria dell'Immacolata Concezione da parte dell'Arcangelo Gabriele. |
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Niccolò Circignani detto il Pomarancio – Annunciazione (dettaglio). |
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Ignoto del XVI secolo – San Francesco tra due santi (XVI – XVII).La figura di San Francesco d'Assisi è molto cara negli ambienti umbri e tifernati. Ricco mercante di stoffe e soldato, la pietà e la compassione per i più umili lo spinsero a convertirsi alla religione cattolica. Abbandonata la precedente vita dissoluta, si separò da qualunque bene terreno comprese le sue ricche vesti ed intraprese una vita votata alla povertà e all'aiuto verso il prossimo. Dopo lunghi anni di peregrinazione e predicazione, riuscì a raccogliere attorno a sé dodici compagni convinti dalle sue idee, e con l'approvazione di papa Innocenzo III fondò l'ordine dei frati francescani. L'ordine era innovativo per i tempi, poiché permetteva anche ai più umili l'accesso alla vita monastica, e la regola principale era quella del voto di povertà, in contrasto con la ricchezza della Chiesa. |
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Vittore o Vittorio Cirelli – Adorazione dei pastori (XVI secolo).Soggetto del quadro è l'adorazione di Gesù bambino da parte dei pastori, avvisati della sua nascita da una schiera di angeli. Vittore Cirelli, pittore umbro che lavorò nella prima meta del XVI secolo, era un modesto pittore che si formò inizialmente influenzato dallo stile del Signorelli, ma ben presto acquistò un gusto per il manierismo di stampo raffaellesco. Infatti alcuni dettagli come la forma del volto del Bambino ricordano lo stile di Raffaellino del Colle, mentre lo sfondo è stato creato secondo i dettami estetici del Signorelli. |
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Vittore o Vittorio Cirelli – Adorazione dei pastori (dettaglio). |